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Spesso dicevo che la vita era uno schifo. Anche quella frase mi stava fregando, perchè avrei dovuto dire: "la mia vita è uno schifo".
Allora, magari avrei iniziato a chiedermi se potevo fare qualcosa per cambiarla.
Se era tutta colpa del destino, del caso, della sfortuna, o se invece anch'io ne ero colpevole.
Dire che la vita fa schifo è come dire che non c'è niente che si possa fare.
Che bisogna accettarlo come un dato di fatto imprescindibile.
Fortuna che poi ho cambiato idea.
Fortuna che ho capito che la mia vita ha un valore e quel valore glielo do io con le mie scelte e con il coraggio delle mie decisioni.
Ho imparato a pormi una domanda ogni sera prima di addormentarmi: cosa hai fatto oggi per realizzare il tuo sogno, la tua libertà?
Quando mi rispondevo :"niente", capii quanto in fondo una parte del problema fossi io.
Quindi, o smettevo di lamentarmi o iniziavo a darmi da fare.
"Il sapere dà dolore, il dolore dà sapere" avevo letto un giorno su un libro.
Quelle angosce sembravano i dolori fisici che provi quando ti svegli dopo che hai dormito per troppo tempo.
Mi stavo svegliando da un lungo sonno.
Prima di decidere di prendere in mano la situazione e tentare di cambiare, la cosa che mi aveva sempre fregato era il pensiero che non ci fosse un'alternativa...
Fortuna che non essere felice a un certo punto era diventato finalmente un buon motivo per tentare.
Per tentare di cambiare.
Se lo avessi saputo prima, cacchio!
Quella presa di coscienza non aveva cambiato la mia condizione, ma mi aveva fatto progettare la mia libertà e quel progetto mi faceva già vivere un sentimento che alleggeriva tutto.
Vivendo ogni giorno mi sono accorta di quante cose mi ero persa, di come ero stata continuamete saccheggiata nella vita.
"...se penso a come ho speso male il mio tempo che non tornerà, non ritornerà più..." dice una canzone cantata da Battiato.
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